Un diario di allenamento per favorire la crescita muscolare ed evitare gli incidenti di percorso.
Il segreto per fare continuamente progressi in palestra sta nel tenere un diario di allenamento molto dettagliato. Tenere in considerazione i tuoi progressi può motivarti davvero tanto e influenzare in modo positivo il tuo percorso.
Oltre a prendere nota dei tuoi progressi hai mai pensato di annotare anche il tuo recupero? Abbinare i dati relativi all'allenamento a quelli sul recupero può aiutarvi a rendervi conto di uno stato di sovrallenamento prima che sia troppo tardi per tornare indietro. Gli atleti professionisti possono contare di solito su un analisi i molto complesse, che tengono conto di una serie di parametri di natura biochimica in grado di rivelare la situazione relativa al recupero, ma per la maggior parte di noi è possibile controllare questo fattore in modo più semplice ma altrettanto efficace.
PRENDI NOTA
Per usare correttamente il diario recupero, ricordate di compilarlo al mattino presto, appena alzati, che vi dobbiate allenare o meno. Per iniziare, prendete nota del vostro stato di recupero calcolando una media basale per due settimane, riferita ad un periodo di allenamento leggero. Si tratta di un passo importante per valutare in seguito quanto in effetti siete in grado di recuperare. Valutate ogni voce della lista con un punteggio da 1 a 10. Un 10 alla voce relativa alla qualità del sonno indica ad esempio che avete dormito ottimamente; datevi un 1 se invece avete passato la notte in bianco o quasi.
CONTROLLO DEL RECUPERO
Se notate un calo di due punti in una delle variabili rispetto al livello basale, per due o tre giorni di seguito, vuol dire che dovete prendervi subito un giorno di pausa in più. Se la media settimanale di tre o più variabili cala di tre o più punti fate immediatamente un'intera settimana di pausa. Se la frequenza cardiaca aumenta o diminuisce dl più di 10 battiti al minuto, pianificate prima possibile un recupero completo. Se notate un involontario calo di peso di di oltre il 2% e la media settimanale delle altre variabili è scesa, smettete subito di allenarvi per una settimana.
Vuoi un percorso personalizzato? Contattami Daniele EspositoTi sei mai chiesto come mai alcuni atleti eseguono uno squat con l'asta sulle spalle e altri con l'asta sul davanti? Che differenza c'è?
Il classico squat posteriore, in cui si appoggia il bilanciere sulla parte superiore del dorso, mette l'accento sui quadricipiti, ma stimola anche posteriori e glutei più della versione frontale, con il peso sulla parte anteriore delle spalle e superiore del petto. La differenza è dettata da fattori biomeccanici. Nello squat posteriore si è costretti a flettere maggiormente la colonna, in avanti durante l'accosciata, il che significa impegnare di più posteriori e glutei per risalire. Nella variante con il bilanciere sul davanti, invece, bisogna tenere il tronco più eretto e si stimolano molto di più i quadricipiti.
Forse conviene cercare di usare entrambe le varianti perché ciascuna offre benefici specifici.
Lo squat posteriore rende di più in termini di massa globale delle gambe e sviluppo della forza, mentre la versione anteriore è più vantaggiosa quando si desidera porre l'accento su quadricipiti poco sviluppati, riducendo lo stimolo sui glutei.
La ricerca indica che lo squat frontale potrebbe essere meno stressante per la regione lombare e le ginocchia, il che lo rende più adatto a chi ha problemi di schiena e/o ginocchia.
Se vuoi capire come si esegue al meglio uno squat posteriore ti consiglio di guardare questo video --> clicca qui Vuoi un percorso personalizzato? Contattami