Ore 23:00 cioccolato fondente 85% e 5 mandorle. Buono eh ? Tratto dal mio libro... Mangiare con moderazione cioccolato fondente ha effetti benefici sulla nostra salute ma quale cioccolato dobbiamo scegliere? Il cioccolato non è tutto uguale. Un cioccolato è buono se è alta la qualità della materia prima, se è selezionata la zona di provenienza delle piante e se viene prodotto in modo accurato in tutte le sue fasi di preparazione, dalla lavorazione dalle fave fino ad ottenere la tavoletta di cioccolato. Il cioccolato è preparato dai semi della pianta di cacao: al burro di cacao ricavato dai semi, viene aggiunta la polvere dei semi e in più a seconda delle preparazioni sono addizionati zucchero, latte, mandorle, nocciole aromi ecc.Il cioccolato migliore contiene cacao, zucchero di canna e burro di cacao. Per scegliere un buon prodotto si dovrà partire sapendo leggere attentamente l’etichetta: per il cioccolato fondente compare la percentuale di cacao minima presente, e più è alta tale percentuale, minore è il contenuto in zucchero e burro di cacao e migliore è il cioccolato. Esiste cioccolato fondente al 99% di cacao, il migliore dal punto di vista nutrizionale, ma purtroppo con un sapore che risulta troppo amaro mentre il cioccolato fondente al 85% risulta essere la giusta via di mezzo per l’elevata percentuale di cacao e bassa quantità degli altri ingredienti. E’ bene precisare che il prodotto ha una buona qualità se la percentuale di cacao non scende al di sotto del 70 %. In etichetta non devono mai comparire grassi vegetali differenti dal burro di cacao. Anche la certificazione biologica in aggiunta a tutte le altre caratteristiche ne garantisce la qualità. Un cioccolato che rispecchia tutte queste caratteristiche è sicuramente buono e ed ha un00 elevato potere calorico: 100 g di fondente hanno circa 500 kcal. Inoltre il consumo frequente di cioccolato fondente può portare a dipendenza a causa del fatto che libera a livello del sistema nervoso il rilascio di endorfine delle molecole che hanno proprietà analgesiche simili a quelle dell’oppio e della morfina in grado di aumentare il buonumore. Quindi ne saranno 20 / 40 gr e basta! Vuoi la tua copia, clicca qui 5 SEGRETI PER DIMAGRIRE E RESTARE MAGRI
Ecco un semplice workout per tenerti in allenamento a casa o in palestra in soli 20 minuti, utilizzando solo il tuo corpo. Concentrati sulla respirazione e cerca di eseguire movimenti lenti. Gli esercizi sono 3 e vanno eseguiti in circuito senza pausa. Puoi recuperare alla fine di ogni circuito per un massimo di 30 secondi. o 1° esercizio -> crunch reverse inclinato da eseguire per 30 secondi per lato o 2° esercizio -> stabilizzazione in movimento da eseguire per 30 secondi o 3° esercizio -> Burpee + plio push up prona da eseguire per 30 secondi (opzione facile -> push up ginocchia a terra) o Ripeti il circuito per 5 volte con recupero di 60 secondi massimo. "io ne ho fatti 11..." Voglio darti un ulteriore consiglio: Inizia sempre con un riscaldamento blando tipo corsa sul posto per 5 minuti e termina sempre l'allenamento con un hiit dimagrante: 5 x (saltelli sul posto stile corda 1 minuti + 30 secondi di recupero). Daniele Esposito Vuoi un percorso personalizzato?Contattami
"L'unico modo per predire il futuro è crearlo" A. Lincoln Tra migliaia di personal trainer ed imprenditori del settore fitness sono stato premiato al Forum di Bologna come MIGLIOR PROGETTO FITNESS NAZIONALE ISPIRATO AL FUTURO dalla creative marketing e Training che ha valutato il mio lavoro continuo e analizzato tutti i risultati ottenuti. Tanti sono gli anni in cui credo in quello che faccio e continuo a modificare e rivoluzionare il mio lavoro con la stessa PERSEVERANZA , la stessa che promuovo ogni giorno e che è fonte di motivazione per le persone che mi seguono. Perchè è questo quello che conta , essere sempre in cammino costante sulla via del proprio obiettivo! Guarda ora il video di questa piacevole avventuraVuoi un percorso personalizzato?Contattami
Ora, mantenendoci a distanza di sicurezza, ci avviciniamo al mucchietto misterioso. Componenti Molti pensano che le feci siano costituite soprattutto da quel che hanno mangiato. Non è vero! Le feci consistono per tre quarti d'acqua. Ogni giorno perdiamo circa 100 millilitri di liquidi. Durante un processo digestivo completo l'intestino ne assorbe dagli 8 ai 9 litri circa. Quel che vediamo nel water è dunque il risultato di un processo di assoluta efficienza, anche per quanto riguarda il contenuto d'acqua. Se le feci possiedono un quantitativo d'acqua ottimale, sono abbastanza morbide da trasportare in tutta sicurezza all'esterno gli scarti del nostro metabolismo. Un terzo delle componenti solide sono batteri. Hanno portato a termine il proprio lavoro come flora intestinale e ora smettono di svolgere un servizio attivo. Un altro terzo è costituito da fibre vegetali non digeribili. Più verdura o frutta mangiamo, più i mucchietti saranno voluminosi. Dai normali 100 - 200 grammi di escrementi al giorno, si può dunque arrivare a produrne 500 grammi. L'ultimo terzo è un miscuglio di cose. Consiste di sostanze di cui l'organismo vuole liberarsi, come per esempio rimasugli di farmaci, pigmenti o colesterolo. Colore La pigmentazione naturale delle feci umane varia dal marrone al marrone giallognolo, anche se non abbiamo mangiato nulla di quel colore. Lo stesso vale per l'urina, che tende sempre al giallo. Questo dipende da una sostanza molto importante che produciamo ogni giorno: il sangue. Ogni secondo vengono create 2,4 milioni di cellule ematiche nuove. Nel frattempo, però, ne vengono distrutte altrettante. La pigmentazione rossa iniziale passa al verde poi al giallo (il fenomeno si osserva anche quando si prende una botta e il livido bluastro muta colore con il passare del tempo). Una piccola parte di giallo viene eliminata direttamente con urina. La maggior parte passa dal fegato all'intestino. Qui i batteri possono introdurre un'altra pigmentazione: il marrone. Saper riconoscere le cause delle varie tonalità di colore dei nostri escrementi può essere estremamente utile. MARRONE CHIARO A GIALLO Questa tonalità può derivare dalla sindrome di Gilbert, patologia benigna in cui l'efficienza dell'enzima che controlla la scomposizione del sangue è ridotta al 30% delle sue potenzialità. Di conseguenza, arrivano meno pigmenti all'intestino. La sindrome riguarda l’8 per cento della popolazione, dunque è piuttosto diffusa.
La colorazione gialla degli escrementi può derivare anche da problemi legati ai batteri intestinali: se questi non lavorano bene, non generano neppure la pigmentazione marrone. L'assunzione di antibiotici o la diarrea possono compromettere la produzione di pigmenti. DA MARRONCINO CHIARO A GRIGIO
Quando i dotti che collegano fegato e intestino si bloccano (perlopiù dopo la Cistifellea), è possibile che i pigmenti del sangue non arrivino alle feci. Avere i dotti bloccati non è mai un buon segno; appena si notano tonalità grigiastre è dunque il caso di andare dal medico. NERE O ROSSE II sangue coagulato è nero, quello fresco è rosso. Stavola non si tratta però solo della pigmentazione che può diventare marrone. Questi due colori denotano la presenza di intere cellule del sangue. Se si hanno le emorroidi, tonalità rosso chiaro non destano ulteriori preoccupazioni. Qualsiasi sfumatura più scura deve essere sottoposta all'esame del medico, a meno che il giorno prima non si siano mangiate barbabietole rosse. Ma che forma ha la mia cacca? La scala delle feci di Bristol esiste dal 1997. Non è poi così tanto i tempo, se si considera che è da molti milioni di anni che esistono gli escrementi. La scala mostra sette diversi tipi di consistenza e può tornare molto utile, perché la maggior parte della gente non parla volentieri dell'aspetto della propria cacca. Non ho niente da ridire su questo tipo di omertà; in fondo, non è necessario parlare proprio di tutto. II problema è che le persone che presentano feci sane sono convinte che sia tutto perfettamente normale. Le hanno sempre viste così. Una buona digestione, che culmina in feci dal contenuto idrico ottimale, corrisponde al tipo 3 e 4. Le altre forme non dovrebbero essere all'ordine del giorno. Se invece lo sono, è il caso di rivolgersi a un buon medico per individuare eventuali intolleranze alimentari o problemi di stipsi. La versione originale della scala delle feci è stata realizzata dal medico inglese dottor Keri Heaton.
Tipo uno: palline separate tra loro dure come noci difficili da espellere
Tipo due: a forma di salsiccia ma grumose
Tipo tre: a forma di salsiccia ma con crepe in superficie
Tipo quattro: a forma di salsiccia o serpente lisce e morbide come dentifricio
Tipo cinque: pezzi morbidi separati fra loro e dei bordi ben definiti
Tipo sei: pezzi soffici dei bordi frastagliati e pastosi
Tipo sette: feci acquose senza pezzi completamente liquide Il tipo di feci che produciamo può dare un'idea sulla lentezza con cui il nostro intestino trasporta i componenti indigeribili dell'alimentazione. Per il tipo 1, i resti della digestione impiegano circa cento ore (stipsi), per il tipo 7 intorno alle dieci ore (diarrea). Il tipo 4 è considerato il più vantaggioso, perché presenta un rapporto ottimale fra liquidi e solidi. Chi trova il tipo 3 o 4 nel water, può anche osservare quanto impiegano i pezzi ad affondare nell’acqua. Le feci non dovrebbero raggiungere immediatamente il fondo della tazza, perché in tal caso può essere che contengano ancora troppe sostanze non del tutto digerite. Se invece gli escrementi non affondano così in fretta, significa che contengono piccole bolle d'aria che li fanno galleggiare. Questo dipende dalla presenza di batteri intestinali solitamente molto utili e, se per il resto non si soffre di flatulenza, è un buon segno. Cari lettori, ecco terminata la piccola lettura sulle feci. Fonte Giulia Enders – L’intestino felice , Dottor Keri HeatonVuoi un percorso personalizzato?Contattami
L'olio di pesce utile per chiudere la porta alle infezioni? Un recente rapporto diffuso dall’università di Aberdeen, indica che 8 settimane di integrazione con olio di pesce possono influire sulla risposta immunitaria post esercizio. L’olio di pesce ricavato dai tessuti dei pesci d'acqua fredda contiene acidi grassi come omega 3, acido eicosapebtaenioco (epa) e acido docosaesanieico (dha) , essenziali per il buon funzionamento del nostro corpo. Secondo le ricerche, gli integratori di acidi grassi omega 3 possono contribuire a mantenere bassi i livelli di trigliceridi nel sangue, proteggere le articolazioni attenuando i fenomeni infiammatori e forse persino prevenire numerose malattie, e più precisamente le patologie cardiovascolari e diabete. Oggi c'è un crescente interesse per interventi nutrizionali che possono garantire la funzione immunitaria degli individui attivi e atleti nelle ore successive la seduta intensa di esercizio fisico. L'immunodepressione post allenamento “una porta aperta all'infezione”, è un indebolimento delle difese dell'organismo contro gli agenti patogeni (Microorganismi nocivi) nelle 3/72 ore che seguono un pesante allenamento. Ecco perché i potenziali benefici dell'olio di pesce nel contrastare gli effetti immunodepressi dell'esercizio rivestono così tanto interesse. Confrontando l'integrazione di olio di pesce con quello di olio d’oliva, lo studio ha rilevato come il primo fosse associato ad un incremento dell'attività citotossica delle cellule natural killer e della produzione di cellule mononucleate periferiche dopo l'esercizio fisico. Lo studio di intervento ha esaminato gli effetti di 8 settimane integrazione di olio di pesce sulla risposta immunitaria dell'unica sessione di esercizio fisico. Sedici individui maschi sono stati assegnati casualmente a due gruppi: un gruppo è stato tratto con 3 g / die di olio di pesce e l'altro con 3 g / die di olio d'oliva. Si trattava di uno studio doppio cieco in cui nei partecipanti di osservatori erano a conoscenza del tipo di trattamento utilizzato. Nel corso della prima visita, tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad un test di esercizio massimale mentre la seconda visita prevedeva una seduta di resistenza di un’ora su un ciclo ergometro al 70% del Vo2 max. I prelievi di campioni ematici sono stati effettuati prima dell'integrazione, prima dell'esercizio fisico dopo la somministrazione dell’integratore, immediatamente dopo l'esercizio fisico e sia un'ora che tre ore dal termine dell'esercizio fisico. Sono state condotte ovviamente analisi relative a vari parametri immunologici. Conclusioni È possibile che l’olio di pesce rafforzi la funzione immunitaria e, di conseguenza, potrebbe rilevarsi utile immediatamente dopo l'esercizio fisico. Potrebbe essere d'aiuto anche in periodi di allenamento che impongono al corpo forti stress fisiologici ad esempio quando si aumenta il volume di lavoro. L'integrazione di omega 3 deve fornire almeno 2 g di EPA al giorno potrebbe e potrebbe essere utile dunque a chi ha difficoltà negli allenamenti e a chi vuole dimagrire in modo intelligente. biblografia Gray P , Gabriel B Fish oil supplements augments post excercise immune fuction in young males. Vuoi un percorso personalizzato?Contattami
L'indice glicemicoSpesso noto che molte persone ancora guardano le calorie dei cibi e preferiscono alimenti con pochissime calorie come barrette fitness / gallette di riso, sperando di non ingrassare, senza conoscere ovviamente indice glicemico. Facciamo ancora una volta luce su questo argomento e su dove orientare la scelta per fare in modo di ingerire cibi che vi mantengano sani e che non vi facciano ingrassare. L’indice glicemico di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione dello stesso. Minore è l’indice glicemico, minore è lo sbalzo glicemico che induce e la risposta insulinica conseguente. E sapete cosa succede nella maggior parte delle persone se si stimola spesso l’insulina? Si ingrassa!!! Infatti in parole povere più è basso l’indice glicemico, meno si ingrassa,; viceversa, più è alto indice glicemico più è facile ingrassare. Questa azione di incremento glicemico è molto pronunciata nei carboidrati, mentre al contrario è estremamente bassa nelle proteine e nei grassi. Esistono tantissime tabelle dove poter vedere l’indice glicemico di qualsiasi alimento, dove il parametro viene calcolato in percentuale e paragonato al glucosio = 100. Troverete infatti alimenti come le carote = ig 135, cereali da colazione ig= 121 , patate ig = 105 , banana ig = 90 zucchero ig = 91 che solitamente consumante credendo di mangiare bene, invece state ingerendo cibi lontanissimi da una sana alimentazione. Le diete con basso indice glicemico determinano comunque alcune condizioni organiche importanti : • Diminuiscono la massa grassa • Mantengono la massa magra • Migliorano i lipidi plasmatici • Diminuiscono l’assunzione volontaria di cibo Ingerendo un alimento con alto ig insieme ad un grasso, tipo le mandorle, l’indice glicemico dello primo alimento si abbassa di conseguenza. Ecco perché nei miei percorsi alimentari concludo ogni pasto importante con una porzione di mandorle. Lo scopo è ottenere una calma insulinica per evitare sbalzi glicemici e non indurre meccanismi che portano ad ingrassare. L’indice glicemico si riduce anche quando si aggiungono proteine a un determinato cibo. È doveroso ricordare che per l’attivazione del meccanismo insulinico è importante il carico glicemico degli alimenti che si assumono, quindi la quantità degli stessi che viene ingerita ad ogni pasto. Vuoi un percorso personalizzato?Contattami Daniele Esposito
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