Hai poco tempo per allenarti? No problem!
Ecco per te un nuovo allenamento veloce ed efficace.
✅ Squat
✅ Crunch
✅ Piegamenti leva corta
✅ Crunch in stazione eretta
✅ Saltelli sul posto
Ripeti per 5 volte con 30 secondi di recupero
Consiglio: Inizia sempre con un riscaldamento blando tipo corsa sul posto per 5 minuti e respirazioni quadrate. esegui per esempio 3 grandi respirazioni dove in 4 secondi inspiri, 4 secondi trattieni, 4 secondi espiri e 4 secondi trattieni.
Buon allenamento!
Comunità di recupero per golosi?
Certamente non esistono, ma forse dovrebbero: i dolci sono infatti come una droga. Abbuffarsi di zuccheri sembra produrre nel cervello cambiamenti chimici molto simili a quelli causati dall`abuso di stupefacenti, tanto da creare dipendenza.
Lo studio è stato presentato nel corso del meeting annuale dell`American College of Neuropsychopharmacology.
“Consumare grandi quantità di dolci quando si è affamati – ha detto Bart Hoebel, psicologo dell`Università di Princeton e autore della ricerca – può portare mutamenti comportamentali e neurochimici che assomigliano a quelli che si producono quando si abusa di sostanze stupefacenti”.
I ricercatori hanno costretto i topini a lunghi digiuni, prima di dar loro libero accesso a cibi dolci. Quando i roditori si ingozzavano, nel loro cervello aumentava considerevolmente la produzione di dopamina in una specifica zona del cervello, il nucleus accumbens: “È noto - sottolinea Hoebel - che l`abuso di droghe accresce i livelli di dopamina proprio in quella parte del cervello”.
L'effetto però non è solo da imputare al grande consumo di dolci, precisa l`esperto, ma all`alternarsi di abbuffate e digiuni. Dopo tre settimane, quando sono stati privati dei dolci, i ratti hanno iniziato a mostrare segni di crisi d`astinenza, diventando iperattivi e ansiosi.
Le conseguenze dell`astinenza da dolci sono state anche a lungo termine: i topi hanno continuato a desiderare maggiori quantità di zuccheri e, in loro assenza, si sono riversati sull`alcol. Questa è, secondo gli studiosi, la conferma che “l`eccessivo consumo di dolci potrebbe rappresentare una porta d`ingresso per altre dipendenze”.
Anche se i test sugli uomini ancora non sono stati ancora effettuati, “ci sono diverse probabilità - concludono i ricercatori – che i cambiamenti nel cervello e nel comportamento osservati nei topi possano essere presenti anche nell`uomo”.
Fonte il sole 24 ore
Il colesterolo «buono» aiuta la memoria
È l’HDL, il cosiddetto colesterolo buono, l’alleato indispensabile della memoria per le persone che hanno superato i 60 anni. A confermarlo è uno studio francese pubblicato a fine giugno sulla rivista specializzata Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology.
Rischio cardio-vascolare, alterazioni delle funzioni cognitive, diabete e obesità sono fattori di rischio per l’Alzheimer a più riprese evidenziati. Ancora da definire è il legame tra le anomali dei livelli di grasso nel sangue e il rischio di demenza, dal momento che il “profilo lipidico” dei malati è solitamente alterato da una serie di fattori, incluso lo stesso l’Alzheimer.
L’équipe della dottoressa Archana Singh-Manoux, responsabile della ricerca, ha seguito, un gruppo di 3.700 funzionari inglesi sessantenni nel pieno possesso dello loro facoltà mnemoniche. L’obiettivo era quello di valutare l’evoluzione del profilo lipidico (colesterolo totale, Hdl e Ldl, trigliceridi) e della memoria.
Per far ciò sono state effettuate due differenti analisi del sangue a cinque anni d’intervallo. E, insieme, sono stati condotti dei test mnemonici: i volontari dovevano ripetere il maggior numero di parole tra le venti che gli erano state dette pochi istanti prima. L’incapacità di citarne più di quattro indicava un “deficit cognitivo”. Alla fine i risultati sono stati sorprendenti. Per le persone che dimostravano un livello basso di colesterolo buono (meno di 0,4 grammi per litro) il rischio di deficit intellettuale si accresceva del 27% rispetto a quelli che hanno un tasso di Hdl superiore a 0,6 g/l. Cinque anni dopo, il nesso è ancora più evidente.
I funzionari con un livello scarso di colesterolo buono avevano maggiori rischi di soffrire di deficit cognitivi rispetto a coloro che avevano conservato dei tassi di Hdl elevati.
Il risultato emerso dallo studio è la conferma dell’esistenza di un deficit cognitivo verso i sessantenni, allorché il livello di Hdl è al di sotto dei 0,4 g/l (la norma per l’uomo è di 0,4/0,65 g/l e per le donne è di 0,5/0,8 g/l).
Per favorire un adeguato livello di colesterolo buono è consigliabile un’alimentazione che diminuisca il consumo di carni grasse e di salumi a favore del pesce, che sostituisca i grassi saturi di origine animale (burro, giallo d’uovo, formaggi) con quelli insaturi d’origine vegetale (olio, su tutti). Un’alimentazione accompagnata da un corretta attività fisica.
Daniele Esposito
Il polline è il materiale grazie al quale il mondo vegetale si riproduce: è composto da sostanze nobili (oligominerali) che la pianta ha fatto affluire o levitare al suo organo riproduttivo, fiore.
Il polline d’api è un cibo alcalino ritenuto dai nutrizionisti uno degli alimenti più completi che si trovino in natura.
I suoi benefici comprendono:
• Alti livelli di antiossidanti che contribuiscono alla longevità neutralizzando i radicali liberi e inoltre rendono più efficace l’azione delle erbe medicinali.
• Potente effetto afrodisiaco e aumento della fertilità. Il polline riduce problemi alla prostata ringiovanendo gli organi sessuali grazie al suo contenuto di sostanze ormonali. Il polline infatti aumenta la pressione sanguigna in questi individui.
• Aumenta la forza, la resistenza, l’energia e la velocità. Permette una veloce ripresa dopo l’esercizio fisico riportando anche il battito cardiaco a frequenze normali.
• Favorisce la crescita e la definizione muscolare. Lo British Sports Council ha riscontrato un aumento di forza del 40% e di statura in tutti i soggetti del test che assumevano polline.
• Riduce la produzione di stamine, neutralizzando molte allergie.
• La massiccia presenza di Vit B contribuisce a formare il nostro scudo anti stress.
• Più di 40 studi scientifici documentano l’efficacia terapeutica dell’assunzione di polline d’api e l’assenza di effetti negativi. I test clinici rilevano che le particelle di polline assunte via orale vengono assorbite in modo rapido e agevole poiché dallo stomaco entrano direttamente nel circolo sanguigno. Inoltre dopo solo 2 ore dall’assunzione si riscontra la presenza nel sangue, nel liquido cerebrospinale e nell’urina.
• È fonte di 18 vitamine
• In base alle ricerche condotte in Francia, Italia e unione
Sovietica, il polline è una delle più ricche fonti proteiche biodisponibili in natura e consiste per il 25% di proteine. Si stima che il polline sia 5/7 volte più proteico della carne.
È divertente sottolineare che il polline contiene fino a 11 enzimi principali, tutti molto utili alla digestione. Una quantità appena di 130 mg di polline è in grado di coadiuvare la digestione di un chilo e mezzo di cibo. Gli esperimenti scientifici dimostrano che chi assume polline riduce del 15/20% l’apporto alimentare giornaliero.
Io lo mangio a colazione e dopo allenamento. Ne prendo 1 cucchiaino, é possibile trovarlo in granuli, come puoi vedere nella mia foto oppure in polvere. Al momento l'ho trovato esclusivamente su Amazon.
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
#danieleesposito #ilmetodo®
Bibliografia
Superfood David Wolfe
Primordial Food Drapeau 2003
Nutrition and Physical degeneration Prince 2008
Nel 2016 ad un seminario per allenamento atleta donna questa personal trainer americana “lamentava” quasi ad ogni argomento un problema che spesso riscontrava nei risultati delle atlete... sai di cosa parlava?
"Il segreto è nell'acqua" diceva. La sostanziale modifica che si può dare al tuo corpo è nell'idratazione. Sai quante persone seguono in modo rigido un percorso alimentare contando le calorie o fanno degli allenamenti estremi 4 volte a settimana ma poi pesano sempre lo stesso perchè bevono solo 1 litro di acqua al giorno...
Beh il segreto è proprio li.
"E tu quanta ne bevi Ingrid?" Le chiesi. Mi rispose che nei giorni out (dove non riusciva a concentrarsi, ne beveva solo 1 gallone al giorno -> solo 4 litri. Nei suoi giorni di allenamento invece arrivava tranquillamente a 6 litri di acqua. Ma non era uno sforzo. Infatti quando inizi a bere bene, il tuo corpo te ne chiede sempre di più senza fatica.
Ovviamente c'è chi dice che troppa acqua fa male ai reni... che bisogna berne solo 2 litri al giorno.. chi dice che non si beve con i pasti o addirittura durante l'allenamento.
Io seguo migliaia di persone che "si allenano" quindi non sedentarie, da più di un decennio e almeno 3 litri di acqua non hanno fatto mai male a nessuno, anzi.
La giusta idratazione nello sportivo, ma anche in chi fa un giusto percorso di "movimento", porta solo benefici.
Può capitare. La settimana scorsa vi eravate ripromessi di allenarvi 4 volte, invece per qualche ragione l’avete fatto solo una volta. Oppure volevate andare a correre alle 18:00, poi siete rimasti incollati davanti al tv. Magari sareste in palestra in questo momento se solo non vi sentisse un po’ stanchi, se non fosse tanto lontana e se vi ricordaste dove avete messo le scarpette…
Procrastinare non è necessariamente un problema se capita una volta ogni tanto, ma se diventa un’abitudine rischia di interferire seriamente sui vostri obiettivi fitness ma a anche sulla vostra vita.
Come impedire che questi attacchi di pigrizia prendano la meglio su di voi?
OBIETTIVI PIU’ APPROPRIATI
Probabilmente ritenete di avere già fissato degli obiettivi per l’allenamento, ma la vostra tendenza a procrastinare indica che non sono abbastanza sentiti o specifici. “Fissare obiettivi è di per sé un fattore motivante, perché ci fa vedere il presente in prospettiva.
Anziché limitarvi a decidere di fare un po’ di esercizio, decidete quali risultati specifici vi aspettate dall’allenamento”. Vi allenate per diventare più forti, per avere un aspetto più muscoloso, per eliminare il grasso superfluo o per migliorare le prestazioni sportive? Cercate di scoprirlo.
Il passo successivo consiste nel fissare traguardi specifici da raggiungere in un determinato lasso di tempo, verificando progressi compiuti in quella direzione ogni due mesi circa. Se ad esempio i accorgo di aver aumentato i carichi nei curl, questo mi darà la spinta ad andare avanti. A volte il problema è rappresentato da obiettivi esagerati. Potrebbe essere il fatto di non ottenere i risultati preventivati e tenervi lontano dalla palestra.
PIANIFICAZIONE SERIA
Annotare gli orari delle prossime sessioni di allenamento su un’agenda o un calendario e rispettare l’impegno come fareste con qualsiasi altro appuntamento. “Se stabilite un’ora precisa in cui allenarvi, è più probabile che lo facciate davvero. Se invece cominciate a dire “Oggi penso di allenarmi a una qualche ora”, rischiate di non farcela. Se vi capita spesso di avere un impegno inderogabile che vi chiama altrove all’ora in cui dovreste allenarvi o se vi sentite stanchi e poco motivati, modificate il piano in modo da adattarlo alle vostre esigenze.
ALLENAMENTO CON QUALCUNO
Il motivo dell’efficacia di questa regola è molto semplice: se ci si da appuntamento a qualcuno in palestra, ci sono buone probabilità di rispettare l’impegno con puntualità (sempre che questo qualcuno sia una persona puntuale). Non è indispensabile allenarsi insieme, sebbene molti lo trovino motivante. “Allenarsi insieme a qualcuno serve a spronarsi a vicenda”.
DATTI UN PREMIO
Dato che può volerci del tempo prima di riuscire a vedere i benefici dell’esercizio fisico, concedetevi qualche gratificazione più immediata. “Stipulate un contratto comportamentale con voi stessi, promettendovi di regalarvi qualcosa che vi piace, ad esempio una serata al cinema, se manterrete gli impegni della settimana. Se i premi sono adeguati, rimarrete sorpresi dall’efficacia di questa semplice forma di auto-corruzione.
COMPROMESSO DI 5 MINUTI
Quando proprio non vi sentite di allenarvi nel giorno e nell’orario stabilito, dite a voi stessi che farete solo cinque minuti e che, se a quel punto non avrete voglia di andare avanti, lascerete perdere. Nella maggior parte dei casi, così facendo si finisce per completare l’intera sessione.
RITROVATE LA MOTIVAZIONE
Se ultimamente avete saltato qualche allenamento, dovete ripensare ai motivi che vi hanno spinto a cominciare un programma di esercizio. “Un allenamento mancato non è la fine del mondo, si può benissimo ricominciare. Se le sessioni mancate sono due o se avete saltato una settimana, vi conviene chiedervi perché mancate l’allenamento. Riflettete poi su ciò che l’esercizio fisico importante per voi, sottolineandone gli aspetti positivi e i benefici”.
COSTRUITEVI UN’IDENTITA’ DA PERSONA ATTIVA
“Il fatto di concepirsi come una persona attiva e sportiva può risultare molto motivante, soprattutto se gli altri ti danno un rinforzo positivo in questo senso e se ti piace essere considerato così”. In parole povere, cominciare a vedervi come una persona in forma. Iniziate a frequentate persone attive che sappiano apprezzare i vostri progressi, acquistate vestiti che mettano in risalto le vostre qualità fisiche. Man mano che iniziate a vedere l’esercizio fisico come una costante della vostra vita, smetterete di saltare sessioni.
DANIELE ESPOSITO