dieta

Troppo zucchero potrebbe portare ad altre dipendenze
Comunità di recupero per golosi? Certamente non esistono, ma forse dovrebbero: i dolci sono infatti come una droga. Abbuffarsi di zuccheri sembra produrre nel cervello cambiamenti chimici molto simili a quelli causati dall`abuso di stupefacenti, tanto da creare dipendenza. Lo studio è stato presentato nel corso del meeting annuale dell`American College of Neuropsychopharmacology. “Consumare grandi quantità di dolci quando si è affamati – ha detto Bart Hoebel, psicologo dell`Università di Princeton e autore della ricerca – può portare mutamenti comportamentali e neurochimici che assomigliano a quelli che si producono quando si abusa di sostanze stupefacenti”. I ricercatori hanno costretto i topini a lunghi digiuni, prima di dar loro libero accesso a cibi dolci. Quando i roditori si ingozzavano, nel loro cervello aumentava considerevolmente la produzione di dopamina in una specifica zona del cervello, il nucleus accumbens: “È noto - sottolinea Hoebel - che l`abuso di droghe accresce i livelli di dopamina proprio in quella parte del cervello”. L'effetto però non è solo da imputare al grande consumo di dolci, precisa l`esperto, ma all`alternarsi di abbuffate e digiuni. Dopo tre settimane, quando sono stati privati dei dolci, i ratti hanno iniziato a mostrare segni di crisi d`astinenza, diventando iperattivi e ansiosi. Le conseguenze dell`astinenza da dolci sono state anche a lungo termine: i topi hanno continuato a desiderare maggiori quantità di zuccheri e, in loro assenza, si sono riversati sull`alcol. Questa è, secondo gli studiosi, la conferma che “l`eccessivo consumo di dolci potrebbe rappresentare una porta d`ingresso per altre dipendenze”. Anche se i test sugli uomini ancora non sono stati ancora effettuati, “ci sono diverse probabilità - concludono i ricercatori – che i cambiamenti nel cervello e nel comportamento osservati nei topi possano essere presenti anche nell`uomo”. Fonte il sole 24 ore Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami
La storia di Luca (-26kg)
Professione cuoco Daniele ha segnato per me un enorme cambiamento da tutti i punti di vista: attentissimo e scrupoloso, ma soprattutto mi ha sempre dato la giusta carica per ottenere i risultati prefissati. Il mio percorso con “il metodo” di Daniele Esposito, mi ha portato oggi (luglio 2017) a perdere 20 kg! Un risultato che nemmeno io all'inizio (Febbraio 2017) mi aspettavo ma che, con il passare del tempo , le giuste motivazioni, la professionalità di Daniele e del suo staff ho raggiunto facilmente. E non c'è cosa più bella, vi assicuro, di essere ripagato dei sacrifici fatti nel corso del tempo. Luca Grimaldi Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami
Olio di pesce come antinfiammatorio
L'olio di pesce utile per chiudere la porta alle infezioni? Un recente rapporto diffuso dall’università di Aberdeen, indica che 8 settimane di integrazione con olio di pesce possono influire sulla risposta immunitaria post esercizio. L’olio di pesce ricavato dai tessuti dei pesci d'acqua fredda contiene acidi grassi come omega 3, acido eicosapebtaenioco (epa) e acido docosaesanieico (dha) , essenziali per il buon funzionamento del nostro corpo. Secondo le ricerche, gli integratori di acidi grassi omega 3 possono contribuire a mantenere bassi i livelli di trigliceridi nel sangue, proteggere le articolazioni attenuando i fenomeni infiammatori e forse persino prevenire numerose malattie, e più precisamente le patologie cardiovascolari e diabete. Oggi c'è un crescente interesse per interventi nutrizionali che possono garantire la funzione immunitaria degli individui attivi e atleti nelle ore successive la seduta intensa di esercizio fisico. L'immunodepressione post allenamento “una porta aperta all'infezione”, è un indebolimento delle difese dell'organismo contro gli agenti patogeni (Microorganismi nocivi) nelle 3/72 ore che seguono un pesante allenamento. Ecco perché i potenziali benefici dell'olio di pesce nel contrastare gli effetti immunodepressi dell'esercizio rivestono così tanto interesse. Confrontando l'integrazione di olio di pesce con quello di olio d’oliva, lo studio ha rilevato come il primo fosse associato ad un incremento dell'attività citotossica delle cellule natural killer e della produzione di cellule mononucleate periferiche dopo l'esercizio fisico. Lo studio di intervento ha esaminato gli effetti di 8 settimane integrazione di olio di pesce sulla risposta immunitaria dell'unica sessione di esercizio fisico. Sedici individui maschi sono stati assegnati casualmente a due gruppi: un gruppo è stato tratto con 3 g / die di olio di pesce e l'altro con 3 g / die di olio d'oliva. Si trattava di uno studio doppio cieco in cui nei partecipanti di osservatori erano a conoscenza del tipo di trattamento utilizzato. Nel corso della prima visita, tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad un test di esercizio massimale mentre la seconda visita prevedeva una seduta di resistenza di un’ora su un ciclo ergometro al 70% del Vo2 max. I prelievi di campioni ematici sono stati effettuati prima dell'integrazione, prima dell'esercizio fisico dopo la somministrazione dell’integratore, immediatamente dopo l'esercizio fisico e sia un'ora che tre ore dal termine dell'esercizio fisico. Sono state condotte ovviamente analisi relative a vari parametri immunologici. Conclusioni È possibile che l’olio di pesce rafforzi la funzione immunitaria e, di conseguenza, potrebbe rilevarsi utile immediatamente dopo l'esercizio fisico. Potrebbe essere d'aiuto anche in periodi di allenamento che impongono al corpo forti stress fisiologici ad esempio quando si aumenta il volume di lavoro. L'integrazione di omega 3 deve fornire almeno 2 g di EPA al giorno potrebbe e potrebbe essere utile dunque a chi ha difficoltà negli allenamenti e a chi vuole dimagrire in modo intelligente. biblografia Gray P , Gabriel B Fish oil supplements augments post excercise immune fuction in young males. Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami
Troppo sale?
Troppo sodio può diminuire il calcio L'eccesso di sodio assunto tramite la dieta viene eliminato con l'urina e, ma una nuova ricerca indica che questo processo avrebbe un effetto collaterale devastante. Lo studio ha dimostrato che l'escrezione del sodio è accompagnata dall’escrezione del calcio. Immagina che basse concentrazioni di calcio sono associate ad una ad un maggior rischio di osteoporosi calcoli renali, due disturbi la cui diffusione in aumento livello mondiale forse proprio per il crescente consumo di alimenti lavorati e salati. Ecco perchè bisognerebbe evitare l’aggiunta di sale a prescindere. Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
Non serve fare 5 pasti al giorno se…
Non serve fare cinque pasti al giorno se... Per mantenersi sani e dimagrire non basta mettere nel piatto i nutrienti indispensabili e mangiare 5 volte al giorno, bisogna anche saper soddisfare le necessità dell’organismo nel momento giusto, perché è regolato su un ritmo esatto che viene studiato dalla cronobiologia (scienza che analizza le fluttuazioni periodiche di funzioni e parametri biologici negli organismo viventi). È necessario che comprenda che devi sottostare a ritmi naturali essenziali, i cicli circadiani (ovvero che durano un giorno), che ti obbligano a rinnovare l’apporto alimentare ogni 24 ore. Il nostro corpo ovviamente ha bisogno di nutrimento in questo lasso di tempo. Deve ubbidire alle leggi naturali che regolano gli orari appropriati per consumare i pasti e i differenti nutrienti, insomma non troppo tardi ne troppo presto, dobbiamo per forza mangiare all’ora giusta. Dalle 12 alle 20 il corpo si trova al massimo delle sue capacità per nutrirsi e digerire gli alimenti, dunque è il momento migliore per assumerli, il tempo ideale per assimilare grazie all’intensa attività della apparato digerente, fegato e reni. È in questo periodo che vanno consumati pranzo e cena, quando si mette in moto il lento lavoro per smontare gli alimenti e ricostruire le sostanze nutritive. Per essere utilizzati dall’organismo gli alimenti devono essere trasformati, ossia metabolizzati per estrarne le sostanze nutritive. Il prodotto di questa degradazione produce degli scarti che devono essere eliminati. Ragione per cui la fase mattutina dell’eliminazione è cosi importante. L’alimentazione moderna produce una quantità più o meno abbondante di scorie acide: oltre un certo limite, gli acidi accumulati provocano una gelificazione del liquido mesenchimale incompatibile con un suo corretto funzionamento. Prima dell’eliminazione c’è la fase della rigenerazione che inizia intorno alle ore 20:00. Il flusso di sostanze nutritive diminuisce, il moro assorbimento e la digestione sono stati assicurati, quindi il processo metabolico di modifica per dedicarsi alla rigenerazione cellulare, che si protrae fino alle 4:00 del mattino. La rigenerazione cellulare avviene durante la notte, quando l’organismo è in una condizione di riposo e di digiuno. In questa fase, le sostanze nutritive assunte attraverso gli alimenti vengono utilizzate per produrre nuove cellule o nuovi costituenti cellulari, oppure per riparare le strutture danneggiate dovute anche ad un eventuale allenamento. In questo periodo avrai una diminuzione della temperatura corporea da 37° circa a 36°. Un consiglio per favorire la rigenerazione è non mangiare durante la notte. Dopo le 4 del mattino inizia la fase dell’eliminazione, che dura circa otto ore e termina alle 12.00. la priorità del corpo diventa liberarsi dei residui tossici. Per assecondare tale fase e facilitare l’espulsione delle tossine ti consiglio di mangiare a colazione alimenti che facilitano l’espulsione, come succhi, tisane, tè verde, frutta fresca e soprattutto acqua. Purtroppo buona parte delle persone che finora ho conosciuto, non segue la cronobiologia né la scansione del giorno nelle tre fasi che ho descritto. Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
Forza Gialla
Cinque cose da sapere su questa panacea per i muscoli 1. Rocky non aveva idea di cosa facesse: ingurgitare uova crude non è certo il metodo ideale per aumentare l'ipertrofia muscolare, senza contare il rischio di salmonellosi. La scienza dimostra che la biodisponibilità delle proteine nelle uova cotte è del 91%. La Biodisponibilità (capacità del corpo di utilizzarle) delle proteine delle uova crude è pari alla metà. 2. Oltre a contenere i 5 gr di grassi e 186 mg di colesterolo dell'uovo, il tuorlo contiene circa la metà dei suoi 6 gr di proteine insieme al ricco patrimonio di aminoacidi e vitamine A, B, D, Ee K. Ecco perché molti pesisti prendono uova intere insieme agli albumi. 3. ll Tuorlo contiene colina elemento nutritivo essenziale per il mantenimento strutturare delle cellule cerebrali e dei neurotrasmettitori. 4. L'esile filamento bianco collegato al tuorlo si chiama calaza e protegge il tuorlo tenendolo in posizione all'interno del guscio 5. Il colore del guscio dell'uovo non determina nessuna differenza nutrizionale di questo alimento dipende semplicemente dalla razza di gallina che lo ha deposto. Per soggetti che si allenano frequentemente anche solo 2 volte a settimana, io consiglio sempre di mangiare 2 3 tuorli a settimana insieme all'albume in una bella frittata magra. Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
Conservare le proprietà nutritive
TRUCCHI PER NON PERDERE LE PROPRIETÀ NUTRITIVE DEI CIBI Una corretta alimentazione si basa anche sulla possibilità di usufruire delle proprietà nutritive dei cibi a vantaggio del nostro organismo. Si tratta di un punto fondamentale per assicurare il nostro benessere. Ecco perché questo fattore non deve essere sottovalutato, ma anzi si devono adottare tutti quei metodi adatti a fare in modo che gli alimenti che consumiamo possano apportare al nostro corpo tutte le sostanze, di cui abbiamo bisogno. Questo significa pensare alla nostra salute soprattutto in termini di prevenzione, perché la carenza di alcune sostanze è alla base di diverse malattie. Ma come fare nel concreto? Scopriamo insieme alcuni trucchi molto utili. 1) CONSUMO RAPIDO E’ importante consumare il più presto possibile gli alimenti che abbiamo comprato. L’ideale sarebbe fare la spesa ogni giorno, per avere sulla nostra tavola sempre cibi freschi. Tuttavia ciò non è sempre possibile, soprattutto per problemi di tempo. Per questo motivo siamo costretti a ricorrere a delle alternative. Da questo punto di vista molto utile è la conservazione corretta degli alimenti: questi ultimi devono essere collocati al fresco e consumati nel giro di quattro giorni. Se non possiamo fare in questo modo, abbiamo a disposizione l’opportunità dei surgelati. 2) SUCCO DI LIMONE Con la cottura può accadere che alcuni cibi perdano parte delle loro sostanze nutritive. Possiamo evitare che ciò accada, ricorrendo ad un trucco molto facile. Si tratta di aggiungere all’acqua di cottura, anche per esempio delle verdure, del succo di limone. Se si rende più acido l’ambiente di cottura, si evita che molti nutrienti si disperdano. 3) UTENSILI DA USARE Un’altra strategia molto importante, per fare in modo che i cibi conservino intatti i loro valori nutrizionali, è quella di usare gli utensili giusti. A questo proposito va detto che, quando tagliamo la frutta o la verdura, non dovremmo mai usare coltelli d’acciaio. Con questi si corre il rischio che la parte tagliata dei cibi divenga più soggetta all’ossidazione. Sono invece da preferire gli utensili in ceramica oppure quelli in plastica. Magari risulteranno più scomodi, però sicuramente ci aiuteranno a proteggere di più ciò che mangiamo. 4) COTTURA SENZA TAGLIARE La regola principale sarebbe quella di evitare completamente di tagliare i cibi. Basti pensare che, se procediamo a cuocere gli alimenti, si rischia di perdere fino al 25% dei sali minerali e delle sostanze che essi contengono. Questo pericolo si può evitare cuocendo i prodotti interi, evitando così che i nutrienti si disperdano nell’acqua di cottura. Meglio rompere il cibo soltanto nel piatto. Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
Lo sapevi che le carote vanno mangiate con moderazione?
L'indice glicemico Spesso noto che molte persone ancora guardano le calorie dei cibi e preferiscono alimenti con pochissime calorie come barrette fitness / gallette di riso, sperando di non ingrassare, senza conoscere ovviamente indice glicemico. Facciamo ancora una volta luce su questo argomento e su dove orientare la scelta per fare in modo di ingerire cibi che vi mantengano sani e che non vi facciano ingrassare. L’indice glicemico di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione dello stesso. Minore è l’indice glicemico, minore è lo sbalzo glicemico che induce e la risposta insulinica conseguente. E sapete cosa succede nella maggior parte delle persone se si stimola spesso l’insulina? Si ingrassa!!! Infatti in parole povere più è basso l’indice glicemico, meno si ingrassa,; viceversa, più è alto indice glicemico più è facile ingrassare. Questa azione di incremento glicemico è molto pronunciata nei carboidrati, mentre al contrario è estremamente bassa nelle proteine e nei grassi. Esistono tantissime tabelle dove poter vedere l’indice glicemico di qualsiasi alimento, dove il parametro viene calcolato in percentuale e paragonato al glucosio = 100. Troverete infatti alimenti come le carote = ig 135, cereali da colazione ig= 121 , patate ig = 105 , banana ig = 90 zucchero ig = 91 che solitamente consumante credendo di mangiare bene, invece state ingerendo cibi lontanissimi da una sana alimentazione. Le diete con basso indice glicemico determinano comunque alcune condizioni organiche importanti : • Diminuiscono la massa grassa • Mantengono la massa magra • Migliorano i lipidi plasmatici • Diminuiscono l’assunzione volontaria di cibo Ingerendo un alimento con alto ig insieme ad un grasso, tipo le mandorle, l’indice glicemico dello primo alimento si abbassa di conseguenza. Ecco perché nei miei percorsi alimentari concludo ogni pasto importante con una porzione di mandorle. Lo scopo è ottenere una calma insulinica per evitare sbalzi glicemici e non indurre meccanismi che portano ad ingrassare. L’indice glicemico si riduce anche quando si aggiungono proteine a un determinato cibo. È doveroso ricordare che per l’attivazione del meccanismo insulinico è importante il carico glicemico degli alimenti che si assumono, quindi la quantità degli stessi che viene ingerita ad ogni pasto. Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
Dieta o privazione?
LA DIETA NON è PROVAZIONE Dieta non vuol dire privazione, dieta vuol dire scelta dei cibi. Nella realtà odierna, ogni qual volta sentiamo nominare la parola “dieta” la associamo al concetto di privazione, sofferenza, guerra. LA DIETA o percorso alimentare è UN’ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA, completa, mirata in base agli obiettivi di ogni soggetto: dimagrimento, massa, tonificazione o semplice benessere generale. Il compito dell’alimentazione è : • Fornire materiale energetico • Fornire materiale per la crescita e mantenimento delle strutture organiche • Fornire sostanze di protezione e resistenza per prevenire carestie • Sentirsi meglio con se stessi e con gli altri Entrare in un concetto del genere, significa sentirsi meglio con se stessi, stare meglio con gli altri e raggiungere il proprio obiettivo. Spesso chi mangia in un certo modo, fuori dalla massa, viene visto come "quello strano". Mentre viene reputato normale chi mantiene abitudini alimentari poco sane, chi va al mcdonald 3 volte a settimana, chi passa del tempo sul divano a visualizzare il proprio smartphone senza fare sport e chi fa tutto quello che favorisce malattie e causa enormi sofferenze.E' un'epoca strana... io continuo per la mia strada e tu ? Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
Il segreto per dimagrire: le mandorle!
"Ma che fai, mangi le mandorle?! Ma sono caloriche!" Quante volte, voi che seguite il mio percorso, avete sentito queste parole, da una semplice amica o addirittura da un professionista della nutrizione Scommetto tante! Con questo articolo vorrei chiarire il concetto del "perché inserire le mandorle nella dieta” . Le mandorle, come buona parte dei semi oleoginosi presenti in natura, fanno parte della famiglia dei grassi insaturi: questi hanno la caratteristica di NON essere assimilati dal corpo come grassi di deposito, bensì la loro presenza fa mobilitare gli stessi grassi di accumulo, che inizieranno ad essere smaltiti. Il meccanismo che avviene è il seguente : il corpo deve avere sotto controllo la presenza di grassi (ciccia), proteine (muscoli) e carboidrati (glicogeno muscolare); l'introduzione di grassi buoni (insaturi) nell'alimentazione significa trattenere per un attimo questi grassi e andare a smaltire quelli che finora ha tenuto depositati, soprattutto su cosce, fianchi e pancia. Inoltre, la particolare struttura chimica degli acidi grassi insaturi li rende più facilmente digeribili dal nostro organismo e la massiccia presenza di VITAMINA E nel caso della nostra mandorla limita il processo di ossidazione, rendendola UN PICCOLO INTEGRATORE ANTIOSSIDANTE PER IL DIMAGRIMENTO. E' sottinteso che l'introduzione di questo tipo di grasso nell'alimentazione deve essere proporzionata alla percentuale di grasso corporeo, all'obiettivo, e al quantitativo di carboidrati ingeriti. Mangiare 200 g di pasta al giorno e aggiungere 20 mandorle a pasto non significa dimagrire! Sono 12 anni che mangio mandorle (ogni mandorla è circa 7 kcal), le inserisco nei miei consigli alimentari e non do meno di 30 mandorle al giorno a chi mi chiede di dimagrire. Il risultato? Sono sempre dimagriti tutti! Vuoi un percorso personalizzato? ​Contattami Daniele Esposito
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