Oggi andiamo a vedere l'esercizio più utilizzato di sempre per allenare il petto a corpo libero: i piegamenti sulle braccia.
Indubbiamente i piegamenti sulle braccia sono ideali per chi non ha a disposizione dei pesi o non essendo un atleta avanzato vuole allenarsi a corpo libero.
Questo esercizio è stato reso famoso per il suo utilizzo in ambito militare.
Grazie a questo esercizio ad alta sinergia andiamo ad allenare il pettorale e lavoriamo tanto il core.
Lo vediamo nella posizione classica, leva lunga.
L’esercizio viene eseguito posizionando le mani alla larghezza delle spalle appoggiandosi sulle punte e posizionando la testa in avanti.
Il gomito è leggermente proiettato dietro.
Per chi non riesce ad eseguirlo correttamente può effettuare la versione piu’ facile appoggiando le ginocchia in avanti.
https://www.youtube.com/watch?v=xlEXFJ1Mh2APush up con braccia larghe
Fare flessioni in una posizione ampia è un'altra variante che permette di esercitare una maggiore pressione sul petto. Questo avviene perché la maggior parte del tuo peso viene trasferita ai muscoli pettorali, quando posizioni le mani in una posizione ampia. Le flessioni larghe permettono ai muscoli pettorali di lavorare di più, per aiutarti a sollevare il tuo corpo e questo migliorerà la forza nella parte superiore del corpo.
Push Up Diamond
Le flessioni a diamante sono un'altra variante impegnativa delle flessioni eseguite avvicinando le mani fino a quando i pollici e l'indice si toccano formando una forma a "diamante".
Tenere le mani in questa posizione mentre si eseguono flessioni altererà leggermente i muscoli coinvolti nell'esercizio: i tricipiti e i muscoli interni del torace ne saranno maggiormente influenzati.
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Daniele Esposito
Il gonfiore alle gambe è un disturbo comune nelle donne e in alcune persone in sovrappeso. Si tratta di una raccolta di liquidi o acqua comunemente chiamata "edema".
Il problema delle gambe gonfie non è associato a dolori o altri sintomi ed è causato principalmente dallo stare per tempi prolungati in posizione seduta o in piedi, ma può essere causata anche da alcuni disturbi nel cuore, polmoni o reni.
Il consiglio principale per ottenere miglioramenti e ridurre le gambe gonfie è bere almeno 3 litri d'acqua al giorno!
Inoltre, un ottimo rimedio da associare è mangiare prima dei pasti, per eliminare i liquidi in eccesso è mangiare prima dei pasti una piccola porzione di verdura cruda.
Non bisogna seguire un'alimentazione troppo ricca di carboidrati, cibi lievitati e grassi.
E' di estrema importanza utilizzare poco sale e fare più spuntini durante la giornata, in modo da fermare l'appetito.
Effettuare il riposo a gambe alte, prima di andare a letto e dopo l'allenamento appoggiando le gambe al muro sino a 45 gradi rispetto al busto per almeno 15 minuti (magari all'inizio soffrirete un po’ per la tensione muscolare di partenza).
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Le spalle sono costituite da tre muscoli primari: anteriore, laterale, e posteriore.
Le spalle lavorano in due movimenti: il primo movimento è di spinta, che include esercizi come le distensioni su panca o sopra la testa. Il secondo movimento invece è di sollevamento di fronte, di lato o anche l'oscillazione delle braccia all'indietro.
In base alla direzione del movimento si stabilisce quale dei muscoli della spalla sta lavorando maggiormente.
Come possiamo allenare le spalle a casa?
Se sei già ad un livello di allenamento più avanzato ti consiglio innanzitutto di utilizzare delle bottiglie di acqua o manubri.
Andiamo ad analizzare alcuni esercizi.
Cerchi con le braccia
Stando in piedi con i piedi alla larghezza delle spalle, bisogna le braccia su entrambi i lati creando una "T" maiuscola con il corpo.
In seguito muovono le braccia in cerchio in avanti per 30-60 secondi, e poi si esegue lo stesso movimento al contrario.
Le Alzate laterali
Si tratta di un esercizio complementare per la stimolazione dei deltoidi.
E’ un esercizio che faccio eseguire sempre in piedi, in stazione eretta.
Come posizionarsi?
Dopodichè bisogna sollevare i manubri o le bottiglie d'acqua tenendo le braccia quasi completamente tese si scende.
Alcune scuole di pensiero lavorano portando il gomito in direzione del deltoide e della spalla e il mignolo più alto del pollice, in questo modo abbiamo una sollecitazione maggiore del capo laterale del deltoide.
Altre scuole lavorano sull’extrarotazione perchè è effettivamente il movimento naturale della spalla. Sono circa 15 anni che eseguo questo movimento e facendolo eseguire in modo perfetto senza utilizzare un carico eccessivo ai miei atleti e gli infortuni sono stati pari a 0.
Guarda il video:
Lento avanti in piedi
Esercizio base per la stimolazione dei distretti superiori. Con il gomito attaccato al tronco facciamo un movimento completo salendo e scendendo completamente andando a portare i gomiti quasi in rec position.
Perchè lo facciamo in piedi?
Perché anche se andremo ad utilizzare un peso piu’ basso, lavorando in piedi facciamo un esercizio ad alta sinergia lavorando moltissimo su addominali, core, corsetto addominale e sui muscoli posturali del dorso.
Anche se utilizzerai un carico più basso rispetto al lento avanti da seduto è molto più importante e completo farlo in piedi.
Cosa non fare?
Non eseguire mai un lento dietro.
Il corpo non è abituato a fare movimenti dietro la testa, questo esercizio è uno dei primi esercizi per l’infortunio della spalla.
Guarda il video:
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Daniele Esposito
Platone "Inoltre c’era un gran numero di elefanti sull’isola … e i frutti che hanno un guscio rigido che forniscono da bere. Con questa beatitudine la terra li riforniva gratuitamente"
La palma da cocco è una pianta preistorica lontanamente affine alle piante erbacee, per questo motivo è in grado di tollerare il sale e di crescere nelle immediate vicinanze dell’oceano.
Le palme da cocco che crescono nell’entroterra possono essere concimate direttamente con acqua di mare. Un’altra grande caratteristica che accumula le piante erbacee è che sono in grado di assorbire quasi ogni minerale conosciuto come benefico per l’organismo.
In Sanscrito (la lingua indiana antica), la palma è definita come “l’albero che fornisce tutto ciò che è necessario per vivere”. Le noci sono uno dei più grandi doni di questo pianeta : ovunque siamo, qualsiasi cosa abbiamo fatto e comunque abbiamo maltrattato il nostro copro, la pola fresca, l’acqua, la crema e l’olio di cocco ci possono salvare la vita.
Sono un filtro idrico naturale, che impiega quasi nove mesi a percolare ogni litro di acqua contenuta nel guscio.
Per giungervi l’acqua risale attraverso innumerevoli fibre che la depurano prima di filtrare nel guscio sterile della noce. Questa acqua limpida di cocco è una delle più ricche fonti di elettroliti che si trovi in natura.
E questo ne fa un donatore universale. Immagina che durante le battaglie del Pacifico della seconda guerra mondiale, fra il 1941 e il 1945, entrambe le parti coinvolte nel conflitto usavano l’acqua di cocco, prelevata e rinfusa direttamente dalla noce per fare trasfusioni di emergenza ai soldati feriti.
Avvertenza per l’uso di acqua di cocco
L’acqua fresca di cocco non sostituisce l’acqua potabile. Benché riduca il fabbisogno idrico eccessivo, la regolare assunzione dei acqua fresca non va mai interrotta.
Inoltre, l’acqua di cocco e da evitare da parte di soggetti con problemi di ipercalemia (eccesso di potassio) come in caso di insufficienza renale, insufficienza surrenale acuta, diminuita escrezione urinaria dovuta a emolisi da trasfusioni di sangue o in soggetti che hanno appena assunto antidoto contro veleno di serpente, il cui potassio potrebbe avere concentrazioni insolitamente elevate.
Bibliografia Superfood David Wolfe
Nutrition and Physical degeneration Prince 2008
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Daniele Esposito
Le bevande gassate includono qualsiasi bevanda che abbia bolle create dall'anidride carbonica disciolta al loro interno. Un chiaro esempio sono le bevande come l'acqua tonica, la coca cola o persino lo champagne.
I pericoli principali che possono procurare le bevande gassate sono principalmente dovuti agli alti livelli di zucchero o dolcificanti artificiali contenuti al loro interno.
Esistono però altre bevande che non hanno calorie o dolcificanti, ma l'abuso di tali bevande può procurare effetti collaterali. La causa è l'anidride carbonica che può contribuire alla generazione di gas e gonfiore e di conseguenza mal di stomaco.
Secondo un articolo del Bottom Line Health, le bevande gassate sono collegate alla leucemia. “Esaminando i dati raccolti in 22 anni su circa 125.000 adulti, si è scoperto che chi beveva almeno 350 ml al giorno di tali bevande contenenti aspartame, correva il 42% di rischio in più di sviluppare la leucemia".
Secondo gli scienziati, questo avviene perchè l’aspartame di disgrega in sostanze che diventano carcinogeniche, ma è necessario ovviamente proseguire le ricerche. Nel caso di bevande contenenti zucchero poi il problema aumenta : esso ha il potere di ridurre la capacità dei linfociti di contrastare i virus.
Di fatti quando gli zuccheri aumentano, il pancreas secerne insulina e il sistema immunitario resta in uno stato depressivo per 5 ore.
Una teoria sostiene che l’aumento di zuccheri ematici “ impedisce alla vitamina C di attaccarsi e di entrare nei globuli bianchi, diminuendo l’efficacia del sistema immunitario.
Nel nostro organismo umano avvengono processi biochimici che consumano ossigeno per creare energia. Da questo processo, che viene definito ossidazione, si producono dei prodotti di scarto dannosi: i radicali liberi.
Essi si formano inevitabilmente mentre la cellula utilizza l'ossigeno per produrre l'energia necessaria alla sopravvivenza dell'organismo. Essendo molecole altamente instabili, possono danneggiare le cellule.
Ogni volta che una cellula si divide, le due cellule risultanti sono più giovani di quella di partenza, perché sono formate in parte da nuove molecole.
Tutte le sostanze dannose accumulate nella cellula madre si distribuiscono fra le nuove cellule generate.
Il termine "antiossidante" indica l'insieme delle sostanze in grado di combattere e limitare i danni causati dai radicali liberi. Infatti gli antiossidanti convertono le sostanze di scarto in prodotti meno dannosi, eliminando direttamente la catena che da origine ai radicali liberi, interagendo con l'elettrone mancante dei radicali liberi e trasformandoli in sostanze innocue.
Tra gli alimenti con un alta percentuale di antiossidanti ricordiamo il cacao.
Per cacao, si intendono le fave di cacao o la massa di cacao che è ricavato dalla macinazione dei semi. Aztechi e Maya consideravano tale cibo un dono degli dei e rientra tra gli alimenti antiossidanti poichè è ricco di polifenoli, molto utili per contrastare malattie come l'Alzheimer.
Gli antiossidanti presenti nel cacao si chiamano flavonoli e sono contenuti in quantità maggiore nella polvere di cacao.
Le mandorle sono un ottima riserva di antiossidanti, poichè caratterizzate dalla presenza di vitamina E permettono di rallentare l'invecchiamento e combattere i radicali liberi.
Come per il cacao, il limone, è ricco di flavonoidi che lo rendono un potente antiossidante. I flavonoidi sono contenuti nella parte spugnosa del frutto, mentre nel succo troviamo acido citrico, ascorbico e vitamina C.
le vitamine rappresentano un ottimo sostegno per i processi che combattono l'invecchiamento. Infatti, la vitamina A, C ed E sono tra le responsabili dell'azione contro le molecole tossiche.
E' stato dimostrato che basse concentrazioni di vitamina E portano al declino fisico.
In carenza di tale vitamine quindi si genera stress ossidativo.
Arricchire la propria dieta con l'assunzione di vitamine aiuta a contrastare l'accumulo di radicali liberi e quindi protegge dall'invecchiamento cellulare.
Un adeguata attività fisica aiuta a contrastare la perdita di forza muscolare e rafforzare le capacità respiratorie e cardiache.
Praticare attività come l'allenamento, corsa e camminata permettono di tenere il cuore in salute. Il tutto sotto il controllo di un medico.
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Questo straordinario composto in passato era noto praticamente solo per il suo ruolo essenziale per la salute delle ossa e la regolazione del calcio tramite l'ormone paratiroideo (PTH).
In seguito alla scoperta della sua azione preventiva contro il rachitismo, un tipo di malformazione ossea, negli anni '40 il Ministero della Salute britannico aveva deciso di raccomandare l'integrazione degli alimenti quotidiani con vitamina D e di offrire gratuitamente nelle scuole latte e un "delizioso” cucchiaino di olio di fegato di merluzzo a ogni bambino, per debellare la malattia (Park, 1940).
Secondo recenti scoperte, però, sembra che la vitamina D sia in grado di regolare oltre 1.000 geni reattivi alla sua azione (CannelI et al. 2009) che possono essere implicati in un gran numero di disturbi clinici migliorando così la composizione, corporea e le prestazioni sportive in generale.
Questa rara e preziosa vitamina la si ottiene prevalentemente (tra il 50% e il 90%) solo esponendo la pelle ai raggi ultravioletti (UVB) del sole, che provocano la conversione del 7-deidrocolesterolo in colecalciferolo (Vitamina D3) (Lips, 2010).
II resto è ricavato dall'alimentazione sotto forma di ergocalciferolo (Vitamina D2).
Le cose non sono cosi semplici, però. Di fatto, queste due forme di vitamina D sono composti inerti. Per sprigionare tutti i benefici a livello di recettori cellulari, i composti devono essere convertiti da fegato e reni nella loro forma primaria per la circolazione sanguigna, il calcidiolo (25-idrossivitamina D).
Una volta entrato in circolazione, grazie al recettore della vitamina D (VDR) il calcidiolo può essere infine convertito in calcitriolo (1, 25-diidrossivitamina D), ossia la "forma attiva" della vitamina D, e iniziare così a compiere le sue magie.
Certo, l'attività fisica, in particolare di forza e d'impatto (per esempio, la corsa) aumenta naturalmente la densità minerale ossea (BMD) attraverso le sollecitazioni esercitate sullo scheletro (Rector et al. 2009); tuttavia, si tratta di un' arma a doppio taglio.
Le perdite di calcio attraverso il sudore durante le estenuanti sessioni in palestra, possono essere copiose: solo con la traspirazione, in un'ora di allenamento intenso un uomo medio può perdere tanto caldo quanto ne contiene un bicchiere di latte (circa 100 mg)
Secondo i risultati degli studi, se abbinata a bassi livelli di vitamina D, l' insorgenza di un deficit di BMD anche marginale può accrescere il rischio di fratture da stress tra i frequentatori assidui di palestre, gli sportivi accaniti e gli atleti di alto livello di qualsiasi età (Myburgh et OI. 1990; Nattiv et al. 2000; Lovell, 2008).
Falso. Non occorre essere dei trogloditi per presentare carenze di vitamina D. In Gran Bretagna, la dose giornaliera di vitamina D adatta agli adulti è stata fissata a 600 UI al giorno, dose che, "presumibilmente", dovrebbe innalzare i livelli di calcidiolo entro il range di riferimento di 20-30 ng/ml con un'esposizione solare giornaliera "normale".
Tuttavia, buona parte delle evidenze cliniche in materia dice tutt'altro. Un recente studio di Heaney e colleghi è stato condotto nel 2003 su 67 soggetti con carenza clinica di vitamina D; i soggetti sono stati suddivisi in4 gruppi e per cinque mesi la loro dieta è stata integrata rispettivamente con 200, 1.000, 5.000 e 10.000 UI di vitamina D3.
Con sgradita sorpresa dei ricercatori, il gruppo trattato con la dose più bassa non è riuscito a rientrare nel range di riferimento della vitamina D nemmeno dopo cinque mesi.
La carenza di vitamina D è stata riscontrata anche in atleti residenti sotto il sole cocente del Qatar (Hamilton et al. 2010). All'insaputa degli sportivi medio orientali, in base alla stretta relazione tra la vitamina D e lo stato del calcio osseo gli autori hanno concluso che questo gruppo di atleti considerati altrimenti "sani" presentava una riduzione della densità minerale ossea fino al 60%.
Analogamente, studi di coorte hanno rilevato che sotto il "sole" del Regno Unito la carenza di vitamina D tra gli adulti può raggiungere persino il 47%(Davies & Show, 2011).
Un aspetto che contribuisce a tale carenza è il fatto che la formazione di colecalciferolo si arresta dopo soli 30 minuti al sole, mentre la produzione di melanina nelle cellule cutanee aumenta, fornendo al corpo una bella abbronzatura (Holick, 2002).
Questo meccanismo di sicurezza intrinseco impedisce un'eccessiva esposizione ai raggi UV, che causerebbe un'intossicazione da vitamina D danni al DNA della pelle; così facendo, riduce le probabilità di insorgenza di melanoma (cancro della pelle) ed è anche il motivo per cui nessuno è mai morto per ipervitaminosi D dovuta all'esposizione al sole.
Volenti o nolenti, è il modo in cui 'organismo si difende. Questo adattamento evolutivo poteva avere un senso 1,8 milioni di anni or sono, quando l'uomo primitivo non faceva altro che vagare per le praterie, consumando una dieta ricca di vitamina D ed esponendo l'intero corpo al sole tutti i giorni (Hoollis, 2005).
Se guardiamo invece al moderno “cavernicolo” degli uffici, lavoratore serale, vittima di turni massacranti, che trascorre dietro finestre trattate con filtri UV-B, solerte nell'uso di creme solari protettive e poco attento all'assunzione di Vitamina D nella dieta, è facile capire come i valori possano precipitare con la velocità di una palla di piombo.
Prima di trasformarvi in lucertole a tempo pieno, vediamo quali sono le tre modalità migliori per immettere tanta Vitamina D in circolazione.
Non è il caso di fare gli straordinari nel solarium per accaparrarsi tutta la vitamina D possibile.
Il cancro della pelle è un rischio molto reale.
Secondo la British Skin Foundation (2011).solo nel Regno Unito ogni quattro ore una persona muore per gli effetti del melanoma.
Sebbene esistano anche studi contrari che sostengono che l'esposizione al sole e la sintesi della vitamina D possono persino proteggere da certi tipi di cancro, l'incidenza in aumento, specialmente tra gli uomini, ha indotto il National Institute of Clinical Excellence le eguenti raccomandazioni:
Sebbene il mio primo consiglio sia quello di modificare la dieta per aumentare l'apporto di vitamina D, purtroppo gli alimenti che la contengono scarseggiano.
Tra gli alimenti che contengono vitamina D, ricordiamo l'0lio di fegato di merluzzo, salmone, tonno e uova.
In alternativa ai cibi elencati, si può ricorrere agli integratori.
E' stato infatti dimostrato che l.000-2.000 UI di vitamina D3 sono una dose sicura ed efficace da assumere tutto l'anno.
Ecco cosa consiglio per sfruttare al massimo questo prezioso composto:
per tutto l'anno, se possibile, proteggetevi se vi esponete al sole, ma cercate di beneficiare della luce naturale per almeno 15-30 minuti al giorno;
aumentare l' assunzione di cibi ricchi di Vitamina D3 per sopperire a ciò che il sole e il cibo non riescono a darvi
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Daniele Esposito
Le strade sono sempre più affollate di persone che corrono, il loro intento è dimagrire o puro allenamento?
Fare affidamento sulla corsa da sola non è il modo migliore di perdere peso, infatti correre per 30 minuti non brucia la massima quantità possibile di grassi e calorie come avviene invece con un allenamento preciso.
1) Non è sufficiente correre senza abbinare un regime alimentare corretto ed equilibrato per raggiungere l'obiettivo del Dimagrimento
2) Non è un'Attività fisica consigliata a tutti, quindi iniziamo a scremare il gruppo per età, patologia e sesso
3) Non è consigliata per alcune Strutture fisiche, meno per coloro con una conformazione a "Pera" e già meglio per coloro che hanno una conformazione a "Mela"
4) Non è consigliata per la maggior parte delle Donne, purtroppo, per la loro strutturazione articolare a livello dell'anca
5) Non è consigliata per coloro che hanno qualche problemino fisico alla "Schiena" (Schiacciamento vertebrale, Protrusione discale, Ernia del disco, Scoliosi)
6) E' sconsigliato dopo una certa età, quando i liquidi corporei iniziano a diminuire, le cartilagini iniziano a consumarsi, i tendini iniziano ad essere lassi e i muscoli meno tonici
7) E' un'Attività fisica piuttosto Tecnica e da non sottovalutare, come fanno la maggior parte delle persone che si cimentano in questa disciplina ... per Dimagrire;
E' piuttosto intensa per i neofiti o coloro che riprendono dopo tanto tempo di inattività
9) Per gli amatoriali "fai da te" di questo sport è importante prepararsi a priori
10) Intensità aerobiche alte non aiutano a Dimagrire, aspetto comune nella maggior parte di coloro che corrono, concludendo questa attività allo sfinimento e non al Benessere/Piacere che si dovrebbe apprezzare dopo una corsa corretta e ben fatta
11) Potremmo entrare anche nella sfera grassi/zuccheri, frequenze cardiache ottimali ai fini del dimagrimento, condizioni metaboliche e momenti della giornata più favorevoli... ma tutto andrebbe a sfavore della corsa
12) Utilizziamo uno scheda del genere : corsa lenta 10 minuti + esercizio a corpo libero x 10 minuti + corsa intervallata (1' lenta + 1' veloce) 10 minuti. Un percorso del genere risulta molto più dimagrante di 60 minuti di corsa consecutivi
In conclusione, la corsa è più un'attività volta al miglioramento delle proprie PERFORMANCE, mentre il Dimagrimento, che ha una finalità estetica, può avvalersi anche della corsa, ma non la reputo la strada migliore per arrivarci. A meno ché si rispettino certi parametri o si parli di allenamenti ad interval training (corse intervallate a recuperi attivi volti a stimolare l'EPOC).
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